Il viaggio per Tokyo è lungo; ma poi l’aereoporto di Narita è tutto facile e nel giro di un paio di ore sono in albergo; sono le 2 del pomeriggio e devo tirare avanti fino a sera per evitare che il fuso orario mi tenga sveglia di quà dall’equatore. Passo il pomeriggio a passeggio nel quartiere (Idabashi), dove ci sono un mucchio di negozi carini tra incensi, cartoline decorate a mano, pennelli, centinaia di ristorantini ma da nessuna parte si può avere un tè… tanti caffè di tutti i tipi, europei, americani ecc…
Finalmente verso sera trovo una tea room, e mi piazzo a sorseggiare un bel tè verde che sà di alghe e cipresso, troppo buono!
L’indomani sono freschissima dato che son risuscita a dormire quasi 12 ore e mi raggiungono Giovanna Piasentin e Yoshiyuki Kawazu con cui lavoro da una decina di anni quasi, andiamo a mangiarci un bel riso nel quartiere cinese, poi a trovare clienti, affiancati dal responsabile vendite del mio importatore, lui si chiama Kondo, e per me ha organizzato assieme a Giovanna e Yoshi 3 giorni fitti fitti di appuntamenti.
Quella sera poi siamo al ristorante Perbacco, che è pieno, e lo Chef ha abbinato un assaggio per ogni vino; e i vini erano 10, comprese vecchie annate di “Giallo dei Muri”, la 2001, che ho trovato in splendida forma, quasi un Montrachet (modestamente)… , e poi un risotto cucinato con una specie di Topinambour, dove bisognava aggiuncerci l’olio di Valgiano..finita la cena, i presenti mi hanno chiesto di firmare le bottiglie, così ho cominciato a disegnare stelle, gocce, nuvole, montagne, cuori sulle bottiglie, e poi anche sul vetro del ristorante!! Kondo ha preso ordini …Giovanna ha tradotto la mia presentazione… si, ero “lost in translation”…
Che serata stupenda… ci voglio ritornare, presto!!
Il giorno dopo, 13 Novembre, c’è stata la degustazione; i francesi erano radunati in una paio di sale dell’albergo, mentre Italiani, Australiani, Georgiani, Spagnoli, e Austriaci eravamo dislocati in un altro edificio mal indicato e assai freddo, c’erano poche distrazioni, perlomeno… Insomma di gente non ne è venuta tanta, ma, almeno era buona; io ero sempre affiancata da Kondo, Giovanna e Yoshi, quindi molto ben rappresentata. Tra gli altri, ho conosciuto una giornalista con cui mi sono intrattenuta per un bel pò, che stà scrivendo un libro sui “vini Naturali”, ho incominciato col dirle che doveva cambiare titolo… meno male che era una tipa aperta…
L’indomani, Giovanna, Yoshi ed io, siamo partiti per Osaka 2 ore di treno bellissimo e velocissimo percorso di 500km, a metà tragitto, ho visto il monte Fuji nella sua immensità, sembra proprio un vulcano, è imponente, e la punta era innevata, ha qualcosa di decisamente magnetico.
All’arrivo c’era Kondo a prenderci; con lui a visitare clienti fino a sera, per poi terminare all’Enoteca Barbera, che si trova nella zona “frivola” di Osaka, un minuscolo locale dove lo chef prepara piatti deliziosi abbinati ai vini scelti dal sommellier, il mitico Mori.
Il locale è pieno, l’atmosfera come sempre in Giappone, all’inizio è leggermente tesa, formale, seria, poi si scalda gradualmente e tutti gli inchini iniziali si trasformano in abbracci e scambi più calorosi.
Anche qui i vini riscuotono successo, non bastano le casse portate da Kondo, ce ne vorrà dell’altro… Le firme, disegni e illustrazioni delle bottiglie e del muro, vanno avanti per un bel pò, finché non fà più il pennarello.
L’indomani dopo un paio di visite, andiamo a Kobe; Kondo ci porta dal suo presidente che ci offre una meravogliosa colazione in una stupenda scatola di bambu. Poi mi accompagnano all’aliscafo che attraversa la baia di Kobe con dietro la catena montagnosa Rocco (tante montagne appuntite e verdi) in mezz’ora arriva all’aeroporto di Osaka, (e non sò che musica stessi ascoltando, forse un pezzo di Wojciech Rajski, mi sembrava di essere in un film) che è una gran bella struttura disegnata da Renzo Piano, ha dato il meglio di sè; siamo nella pancia di una gigantesca balena, con dei mobiles simil Calder sospesi al soffitto; come al solito è tutto pulitissimo e anche qui le assi del gabinetto sono scaldate!
In serata arrivo a Shangai, l’impatto per chi arriva in quest’immensa metropoli, è notevole, e per chi ci arriva dal Giappone è quasi uno shock culturale…
L’indomani, il 16 Novembre vado alle 9 a presentare l’azienda allo staff del mio nuovo importatore, Sarment. C’è una bell’energia, la gente è giovane, sveglia e curiosa… poi alle 10.30 inizia la degustazione la stessa di Tokyo; Renaissance des Appellations, stavolta siamo tutti riuniti in un grande albergo, 58 produttori di vini biodinamici, da tutto il mondo. Tanta gente è venuta a questo tasting, la sala è piena e al mio tavolo c’è Ze che uno dei Somelilier della Sarment, sembra davvero bravo e, direi che lo conoscono in tanti. I Cinesi a Shangai sembrano assai diretti, non ci sono tante formalità, e la giornata vola… L’indomani vado a pranzo con il mio importatore e, verso sera vado all’aereoporto per partire per Melbourne, dove non arrivo mai perché mi mancava il visto… così rientro in città, torno alla casa dei miei amici francesi dove ero ospite, e ci resto ancora un paio di giorni, stavolta, senza correre, riesco a visitare un minimo la città i mercatini, bere del Tenuta e studiare le loro usanze…
Il 20 rientro e son ben contenta, dopo un viaggio durante il quale si è molto concentrati… arrivo a Valgiano, e li sulla scrivania, tra gli altri, 2 ordini: uno dal Giappone, l’altro da Shangai..